Quando si affronta l’acquisto di un immobile, difficilmente si possiede tutta la cifra necessaria per entrarne in possesso. Per questo ci si rivolge ad un istituto di credito che possa anticipare la somma, che verrà poi restituita secondo un piano di rate maggiorata di un certo tasso di interesse. In altre parole si accende un mutuo. Non tutti, però, possono accedere a questa forma di finanziamento. Occorre possedere dei requisiti ed esibire dei documenti. Infine, le spese da sostenere non si limitano al solo tasso di interesse, ma comprendono anche altre voci. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Requisiti per accendere un mutuo
Per accendere un mutuo occorre possedere un reddito dimostrabile, sia esso da lavoro dipendente o da lavoro autonomo, tale per cui la banca possa giudicare l’introito del richiedente sufficientemente capiente per contenere la rata. Questo calcolo non è compiuto dall’istituto secondo le sue procedure, ma deve seguire le direttive comunitarie studiate per evitare insolvenze con pesanti conseguenze sul sistema bancario oltre che sui singoli individui. Per lo stesso motivo, vengono esaminate anche le altre rate che si hanno in corso relative ad altre tipologie di finanziamento. In linea di massima la somma di queste dovrà rientrare nel 40% del reddito medio mensile.
Altro requisito per poter accendere un mutuo è quello dell’età anagrafica. Ovviamente, occorre possedere la maggiore età per firmare i documenti, ma bisogna anche esaminare l’età del richiedente al termine del piano di rimborso. In linea di massima, questa non deve superare gli 80 anni. È per questo motivo che il limite massimo che in media viene preso in considerazione è quello dei 70 anni, pensando che, come minimo, l’ammortamento di un mutuo ha durata decennale.
Altro requisito che occorre rispettare è quello della solvibilità. Infatti, come succede per altre tipologie di finanziamento, l’istituto di credito esamina il comportamento nel passato rispetto al pagamento delle rate di prestiti. Queste informazioni sono desunte dalle banche dati di Crif e di Banca d’Italia.
Documenti per accendere un mutuo
I documenti necessari per richiedere un mutuo si possono dividere in due categorie: quelli attinenti all’immobile e quelli personali. Per identificare l’immobile occorre una visura catastale che identifichi esattamente quale sarà l’oggetto della compravendita. Gli stessi dati saranno riportati sul preliminare sottoscritto tra le parti che, normalmente, viene presentato in fase di istruttoria. Si tratta di un documento importante poiché sullo stesso è indicato il prezzo di vendita che è una delle basi sulla quale la banca stabilisce l’ammontare che le è possibile finanziare al cliente.
A livello personale sono necessari i documenti d’identità e quelli di reddito. I primi sono carta d’identità e codice fiscale eventualmente accompagnati dal permesso di soggiorno in caso il richiedente non sia cittadino italiano, mentre i secondi sono le ultime due buste paga e il modello CU per i dipendenti e gli ultimi due modelli Unico per gli autonomi. In caso il richiedente sia coniugato, viene richiesto anche lo stato di famiglia.
In base a questi documenti verrà impostata la rata e la durata del finanziamento ed è stabilita la fattibilità o meno dell’operazione.
Una volta accordato il finanziamento, i documenti che danno ufficialità all’operazione sono l’atto di mutuo che deve essere stipulato da un notaio, in base al quale viene iscritta l’ipoteca sull’immobile a favore della banca. Usualmente, contestualmente all’atto di mutuo viene stipulato anche l’atto di compravendita dell’immobile.
Spese per accendere un mutuo
Il costo principale durante l’ammortamento del mutuo è il tasso di interesse, ma, già quando lo si va a richiedere, occorre far fronte ad alcune spese, che, normalmente, gli istituti di credito mettono sotto il nome di spese di istruttoria.
Infatti, anche per il mutuo, come per gli altri finanziamenti, è necessario aprire una pratica e interrogare le banche dati, operazione che coinvolge i dipendenti della banca a vari livelli fino a chi ha il potere di deliberare sull’operazione. In più, per questa tipologia di finanziamento, è necessario interpellare un perito che deve effettuare una valutazione dell’immobile, altro valore che entra in gioco per stabilire il massimo finanziabile dalla banca, e il notaio per stipulare l’atto di mutuo. Alcune banche permettono di spalmare queste spese nelle rate, traducendosi in un aumento dell’ammontare della rata, mentre altre trattengono le spese dall’importo erogato inizialmente, facendo così diminuire l’importo liquidato.